E’ morto Michael Jackson. Il re del pop, stella della musica mondiale già a 8 anni, solista a 13, musicista più famoso e ricco del mondo a 24, morto dopo aver perso tutto a 51 anni. Una parabola altissima e cortissima che ha toccato vette inarrivabili (tuttora l’album Thriller è il più venduto della storia) ed infamie ignobili come le accuse di pedofilia.
La vita di Michael Jackson non è poi così diversa da quella dell’androide Roy di Blade Runner: una candela che brucia da due parti e arde con il doppio dell’inensità. Una vita del tutto simile a quella di coloro che hanno avuto successo troppo presto per poterlo reggere. Jackson si è sempre sentito inferiore al suo successo, tanto da cercare sempre di avvicinarsi ai migliori (come dimostra l’acquisto delle canzoni dei Beatles negli anni ’80).
Di tutto quel che si può dire della sua vita privata nulla può però scalpire la bellezza delle sue canzoni che hanno cambiato totalmente la storia della musica creando dal nulla la POP music. La sua storia non è solo Thriller ma Smooth Criminal, Dirty Diana, Black or White. E poi le battaglie di Heal the World o l’opera colossale di We Are the World. Ha rivoluzionato i video musicali con innovazioni e costi altissimi (Black or White con il metamorfismo, Thriller, e tutto il film MoonWalker).
Una carriera straordinaria di cui già si sentiva la mancanza e che la morte di Jackson non è che il post-capolinea.
RIP.
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